domenica 4 dicembre 2011

CONSULTAZIONE NAZIONALE DEL POPOLO SARDO SUL METANODOTTO


CONSULTAZIONE INDETTA DA SARDIGNA NATZIONE E CONFEDERAZIONE SINDACALE SARDA SUL GALSI TRAMITE SMS

PROCEDURA:

GALSI ?
VOTA VIA SMS
Inviando un solo sms ad uno solo dei seguenti numeri
342 6033823 (Vodafone) , 366 7421527 (Tim), 393 0406193 (Tre), 327 3481488 Wind).
- Il voto può esprimere tre scelte, scrivendo;
GALSI SI se a favore comunque
GALSI NO se contrario comunque
GALSI SE se a favore solo se,
1) Verrà adeguato il tracciato e non ci saranno danni ambientali gravi,
2) Ci saranno le reti di connessione secondaria a carico del Galsi,
3) Tutti i sardi potranno beneficiare del metano a pressi scontati,
4) Il Galsi pagherà il pedaggio e da esso si costituirà un fondo per compensare i sardi non ancora serviti dalla rete,
5) I lavori saranno eseguiti da imprese e maestranze sarde e saranno previsti adeguati piani per la messa in sicurezza della rete,
6) La concessione al Galsi sarà annullabile da un contratto d’intesa con la Regione Sardegna, 7) Se ci sarà lo spegnimento delle centrali elettriche a carbone e a gasolio e la conversione a metano solo di quelle necessarie alla Sardegna.

- La gestione dell’iniziativa verrà affidata ad un comitato trasversale come il comitato.si.nonucle.
- La consultazione avrà la durata di tre mesi a decorrere dal 10 dicembre 2011.
- La pubblicizzazione dell’iniziativa verrà fatta in tutto il territorio della Sardegna e nell’emigrazione, mediante, l’affissione di locandine e adesivi, le cartoline da dare a mano o per posta senza destinatario, gli sms, le email e i gruppi nei social network.
- I risultati si evinceranno dalle verbalizzazione del comitato e specialmente dai listati dei gestori telefonici.
- Mediante apposito software verranno esclusi i voti ripetuti provenienti dallo stesso numero.
- Tutti gli atti verranno depositati presso un notaio o presso l’ufficio di presidenza della regione sarda e saranno comunque disponibili, in copia, per chiunque a sue spese ne faccia richiesta.


L’INIZIATIVA

Al fine di poter conoscere la volontà dei sardi in merito alla proposta di realizzazione del metanodotto GALSI in Sardegna, Sardigna Natzione Indipendentzia e la Confederazione Sindacale Sarda propongono un consultazione nazionale del popolo sardo.
Si ritiene che la sovranità decisionale su un’opera, come il metanodotto galsi, che viene realizzata sul territorio nazionale del popolo sardo, spetti solo ed unicamente ai sardi.
Come abbiamo fatto per il nucleare anche in questo caso chiameremo ogni sardo ad esercitare la propria quota di sovranità e di responsabilità.
Questa volta non possiamo promuovere un referendum consultivo perché l’istituto è ormai inflazionato dai 20 referendum sardi che sono stati promossi da chi pensando di avere lo stesso successo del referendum contro il nucleare non si preoccupa se in questo modo uccide questa forma di consultazione popolare.
Per la consultazione ci serviremo di una procedura che non ha nessun valore legale ma che comunque è in grado di registrare la volontà dei sardi in merito al metanodotto GALSI.

venerdì 11 marzo 2011

La ferita di Guantanamo



The New York Times,
Stati Uniti
Il carcere di Guantanamo è stato a lungo l’incarnazione dell’arroganza e dell’illegalità dell’era Bush. Nel 2008 Barack Obama ha acceso le speranze di milioni di persone in tutto il mondo
quando, in campagna elettorale, si è impegnato a chiuderlo. Il 7 marzo quella speranza è crollata, vittima della mancanza di coraggio del congresso e dell’incapacità del presidente di cercare il consenso politico per trovare una via d’uscita dal pantano morale creato dal suo predecessore.
Il presidente ha annunciato che i processi delle commissioni militari ai detenuti di Guantanamo sarebbero ripresi dopo una sospensione di due anni. Una decisione diventata inevitabile dopo che – a dicembre – il congresso con voto bipartisan ha vietato il trasferimento di quei pro-
cessi negli Stati Uniti, dando prova di grande vi-gliaccheria. Obama dice ancora di voler chiudere
Guantanamo ma, data la composizione politica del congresso, è probabile che il campo di prigionia rimanga aperto. Al di là del valore simbolico della sua chiusura, la questione più importante sarebbe stata la ine del sistema di detenzione a tempo indeterminato in vigore nel campo. Il presidente ha deciso di formalizzare questo sistema, con l’ordine esecutivo del 7 marzo. Il sistema si applica a 47 detenuti che non possono essere processati perché le prove contro di loro sono segrete o sono state ottenute in modo improprio (di solito con la tortura), ma che non possono neanche essere liberati perché considerati pericolosi
terroristi. L’ordine esecutivo di Obama introduce alcune tutele mai concesse dall’amministrazione Bush per questi prigionieri. Senza dubbio un passo avanti, come lo è la richiesta di usare procedure conformi alle norme internazionali che vietano la tortura e altri trattamenti disumani. Ma l’amministrazione Obama ha di nuovo scelto di permettere la detenzione senza processo a tempo indeterminato, e questa è una macchia per la giustizia statunitense.
Le torture sono state fermate, e fa piacere sapere che questo strumento inammissibile non
sarà più usato con nessun prigioniero. Forse in futuro il congresso si sveglierà e ripristinerà lo stato di diritto a Guantanamo. Ma, per ora, la ferita alla reputazione degli Stati Uniti rimane
aperta.