venerdì 11 marzo 2011

La ferita di Guantanamo



The New York Times,
Stati Uniti
Il carcere di Guantanamo è stato a lungo l’incarnazione dell’arroganza e dell’illegalità dell’era Bush. Nel 2008 Barack Obama ha acceso le speranze di milioni di persone in tutto il mondo
quando, in campagna elettorale, si è impegnato a chiuderlo. Il 7 marzo quella speranza è crollata, vittima della mancanza di coraggio del congresso e dell’incapacità del presidente di cercare il consenso politico per trovare una via d’uscita dal pantano morale creato dal suo predecessore.
Il presidente ha annunciato che i processi delle commissioni militari ai detenuti di Guantanamo sarebbero ripresi dopo una sospensione di due anni. Una decisione diventata inevitabile dopo che – a dicembre – il congresso con voto bipartisan ha vietato il trasferimento di quei pro-
cessi negli Stati Uniti, dando prova di grande vi-gliaccheria. Obama dice ancora di voler chiudere
Guantanamo ma, data la composizione politica del congresso, è probabile che il campo di prigionia rimanga aperto. Al di là del valore simbolico della sua chiusura, la questione più importante sarebbe stata la ine del sistema di detenzione a tempo indeterminato in vigore nel campo. Il presidente ha deciso di formalizzare questo sistema, con l’ordine esecutivo del 7 marzo. Il sistema si applica a 47 detenuti che non possono essere processati perché le prove contro di loro sono segrete o sono state ottenute in modo improprio (di solito con la tortura), ma che non possono neanche essere liberati perché considerati pericolosi
terroristi. L’ordine esecutivo di Obama introduce alcune tutele mai concesse dall’amministrazione Bush per questi prigionieri. Senza dubbio un passo avanti, come lo è la richiesta di usare procedure conformi alle norme internazionali che vietano la tortura e altri trattamenti disumani. Ma l’amministrazione Obama ha di nuovo scelto di permettere la detenzione senza processo a tempo indeterminato, e questa è una macchia per la giustizia statunitense.
Le torture sono state fermate, e fa piacere sapere che questo strumento inammissibile non
sarà più usato con nessun prigioniero. Forse in futuro il congresso si sveglierà e ripristinerà lo stato di diritto a Guantanamo. Ma, per ora, la ferita alla reputazione degli Stati Uniti rimane
aperta.